Intervista a mister Monna

Intervista a mister Monna

11 Maggio 2022 Off

Chiusa la stagione calcistica, abbiamo ritenuto opportuno parlare del campionato appena trascorso con l’allenatore dei biancoverdi Giovanni Monna che ci ha risposto, come sempre, con franchezza e disponibilità.

Abbiamo chiuso all’ottavo posto. Soddisfatto per non essere mai stato in zona pericolosa o amareggiato per non aver disputato un campionato di vertice?
Facile rispondere a questa domanda: sicuramente avrei preferito concludere il torneo in una posizione più importante, ma va bene così! C’è qualche rimpianto, ma non ha senso piangersi addosso. Accettiamo il responso del campionato e andiamo avanti, pensando già alla prossima stagione.

Alcune scelte di mercato, fatte all’inizio, non sono state pari alle attese. Confermi?
Sicuramente si è cercato quel qualcosa in più che consentisse di fare un salto di qualità. Purtroppo, però, i fatti non sono stati pari alle attese e, ad essere sincero, un po’ di delusione c’è stata. Se quelle attese fossero state ripagate dai fatti, oggi staremmo a parlare di altri responsi.

Ci si lamenta sempre degli infortuni. Quanto hanno pesato sul rendimento della squadra?
Bella domanda! Se andiamo ad analizzare la questione, numerosi infortuni hanno segnato il nostro percorso. Infatti, nel momento migliore, cioè verso la seconda metà del girone di andata, stavamo facendo benissimo ed avevamo anche raggiunto la vetta della classifica. Purtroppo abbiamo avuto degli infortuni importanti e concomitanti. Parliamo di parecchi titolari tra i quali Laghezza, Minelli, Frallonardo, Diagnè e D’Ignazio. La loro indisponibilità, talora per lunghi periodi, ha condizionato negativamente il cammino dei biancoverdi. Se a tutto ciò aggiungiamo anche alcune scelte arbitrali discutibili, il quadro è completo. Ma tutto ciò fa parte del calcio, ci sta…e per me non è un alibi.

Dopo 5 anni si è tornati a giocare all’E. M. Citiolo. Comparando i punti conquistati in casa e fuori, mi verrebbe da dire che non è stato un vantaggio. Cosa ne pensa?
Sembra quasi che sia così ma giocare sul proprio campo deve essere comunque un vantaggio. Non sempre ci è andata bene ma i motivi sono stati più mentali e caratteriali che dovuti al fattore campo. Di certo, non possiamo lamentarci del pubblico che, anzi, ci ha sempre sostenuto.

Il fatto di avere un vecchio terreno di gioco ancora in terra battuta cosa può significare? Costituisce un vantaggio per noi e, di conseguenza, un problema per gli avversari?
Non costituisce vantaggio per nessuno! Sminuisce il valore tecnico dei calciatori e, di conseguenza, ne risente lo spettacolo. Per quanto ci riguarda, se a questo aggiungiamo che la squadra, durante la settimana, si allena su un terreno malconcio, sicuramente la domenica ne paga le conseguenze ad ogni livello, in casa e fuori. C’è poi la questione dell’impianto di illuminazione molto precario e mal funzionante. Ciò costituisce un pesante handicap durante gli allenamenti, che svolgiamo praticamente al buio. Il paradosso è che ciò accada nel 2022 e non nel secolo scorso. Ma, anche su questo, mi piace essere propositivo sperando che da queste mie parole scaturisca un incitamento agli amministratori comunali perché finalmente si diano una mossa.

Sei ormai da diversi anni qui a San Vito. Gli stimoli sono ancora quelli del primo giorno?
Se l’anno prossimo sarò riconfermato, sarà l’ottavo anno. Un anno importante in cui inizieranno le celebrazioni del centenario. Il fatto di essere da tanto tempo in questa società di così lunga e grande tradizione calcistica mi gratifica molto. Gli stimoli sono sempre tanti, soprattutto quando hai un gruppo di calciatori compatto e con il giusto mix di giovani ed esperti, tutti pronti e disponibili a fare sempre meglio.

Il primo posto in Coppa Disciplina è una bella soddisfazione. È la prima volta che la conquista?
Sì. Nei miei 22 anni di allenatore, è la prima volta che mi succede. Lo considero un importante successo personale e di gruppo. Essere primi su 43 squadre è una bella soddisfazione. È un riconoscimento che dà lustro alla società e alla città, rappresentando appieno quello che è l’Us San Vito: prima di essere calciatori si è uomini che, insieme, formano una squadra unita dal rispetto delle regole, degli avversari e degli arbitri.

Per la nuova stagione, dove vorrebbe vedere migliorata la squadra?
Ho a disposizione un ottimo gruppo di calciatori e su questo non ci piove. Già durante il campionato appena trascorso, abbiamo implementato la rosa con alcuni elementi (anche giovani) che, con ottime prestazioni, hanno migliorato il rendimento della squadra. Abbiamo creato un bell’ambiente e, nello spogliatoio, si respira aria positiva. Dobbiamo ripartire da questo gruppo per poter programmare una stagione di vertice. Ci sarà da migliorare qualcosa e lo si farà insieme al presidente, che ringrazio tanto e di vero cuore, e allo staff tecnico. Il prossimo anno, se la salute me lo permetterà, anche io potrò fare di più nella consapevolezza di allenare una squadra che avrà le qualità per primeggiare.

Se me lo consentite, vorrei approfittare di questa intervista per i ringraziamenti di fine stagione. Un grazie speciale va al mio collaboratore di fiducia, Vito Colucci, che ha svolto il proprio ruolo, di fondamentale importanza, con dedizione e passione. Inoltre, faccio i complimenti a tutta la squadra, a partire dal capitano D’Ignazio, per aver accettato tutte le mie scelte, senza mai disappunti plateali. E poi vorrei ringraziare Stefano Melacca, il nostro massaggiatore e Billy (Antonio Cataleta), il nostro magazziniere. Un ringraziamento va al vice presidente Lillino Putignano, al segretario Enzo De Leonardis e ai dirigenti Giovanni Galizia, Giuseppe Piccigallo e Vincenzo Panzetta per aver condiviso, in questi sette mesi, le nostre domeniche calcistiche. E poi, ultimi non per importanza, un ringraziamento speciale a tutti i tifosi che ci hanno sostenuto nelle domeniche casalinghe e, ancor di più, a quelli che, sobbarcandosi lunghe trasferte, ci hanno incoraggiato sino all’ultima domenica fuori casa.

Un grazie affettuoso anche da parte nostra per l’attaccamento ai colori biancoverdi che hai dimostrato in questi anni e per la tua dedizione con l’augurio di tanta e buona salute.